Franco Bitossi [ovvero Cuore Matto]

22 09 2013

Oggi cominciano i Mondiali di Ciclismo.
Si svolgeranno in Toscana. A Firenze, Lucca, Pistoia, Montecatini, Fiesole.
Sarà una festa.
77 nazioni partecipanti, 179 televisioni da tutto il mondo, 7 giorni di gara con tutti i migliori ciclisti. Per la prima volta la nostra terra così affezionata a questo sport ospiterà l’evento. Bartali e Ballerini sarebbero orgogliosi di vedere passare sui nostri colli tante bici. Per me che adoro il ciclismo, che forse mi piace più del calcio, è un’occasione imperdibile. Seguirò le gare in tv e se potrò cercherò di andarne a vedere qualcuna.
Naturalmente i fiorentini hanno bubbolato per la chiusura al traffico delle strade.
Ma francamente credo che l’atmosfera di sport e di gioia travolgerà tutto e tutti.

Seguo i Campionati Mondiali di ciclismo da quando Saronni li vinse.

Era il 1982 e non c’era solo la Nazionale di Bearzot a portarci sul tetto del mondo. Saronni divenne subito il mio ciclista preferito. Lo cercavo sempre nelle biglie e tifavo per lui al Giro.
Poi vennero le vittorie di Fondriest, Argentin, la doppietta di Gianni Bugno. Noi italiani fin dai tempi di Binda adoravamo indossare la maglia iridata. Poi ci fu il periodo toscano dei campioni: Super Mario Cipollini e grillo Paolo Bettini, dalla California vicino Cecina con furore, piazzarono vittorie strepitose. Non solo l’Italia parlava mondiale, anche la mia toscana.
Oggi la nazionale è diretta proprio da Bettini e un altro toscano di adozione, Vincenzo Nibali, siciliano che vive e si allena a Mastromarco a Lamporecchio, spero ci regali altre gioie.

C’è stato però un episodio che ha parlato di Montelupo nei Campionati Mondiali di Ciclismo: 1972 a Gap in Belgio.
Io non l’ho visssuto ma è qualcosa di molto vivo nei ricordi dei nostri babbi e dei nostri nonni. Chiedeteglielo.
Franco Bitossi, nato a Camaioni, di là dal ponte, nel comune di Carmignano, era a quei tempi il ciclista numero uno nella nostra zona e uno dei più forti a livello mondiale. Professionista dal 1961 al 1978, vinse ventuno tappe al Giro d’Italia e quattro al Tour de France; nel suo palmarès anche due edizioni del Giro di Lombardia e 171 gare vinte. Fu per merito suo e del suo interessamento se Camaioni ha avuto il suo ponte, di cui parlavo ieri.
Era soprannominato “Cuore matto“, nomignolo originato da improvvisi attacchi di tachicardia che spesso lo costringevano a fermarsi in corsa. A Gap si correva il Mondiale, quell’estate. Un circuito noioso, mio babbo e mio nonno, che era un grandissimo tifoso di Bitossi (ma chi non lo era a Montelupo?) passarono la domenica davanti alla tivù. All’ultimo giro, sette corridori andarono in fuga.  Cyrille Guimard francese, Marino Basso, Michele Dancelli, Leiff Mortensen, Franco Bitossi, Joop Zoetemelk e sua maestà Eddy Merckx. A pochi chilometri dall’arrivo, Guymard va in fuga. Bitossi lo segue. I due se ne vanno. A un chilometro e trecento metri dalla fine, il francese si blocca: Bitossi, allora lo stacca. Bitossi era solo ormai in vista del traguardo. Dentro di se Bitossi ragionava: Merckx era amico di Guimard, Basso e Dancelli erano suoi compagni, forse solo Zoetemelk e Mortensen avrebbero potuto tentare l’inseguimento.  Alle sue spalle, tatticamente sembrava tutto a suo favore…
E invece Merckx a 500 metri dal traguardo tentò di riprendere Bitossi.
A 300 metri, il traguardo era vicinissimo, ma per Bitossi sembrava irraggiungibile: continuava a voltarsi, era come piantato, pedalava a fatica, cercava di spingere la bici con movimenti di spalle. E  le grida di De Zan, il telecronista, che continuava a ripetere il nome di Bitossi. “Bitossi, Bitossi, Bitossi!. Poi con un guizzo da dietro sbuca Basso che per pochissimi centimetri supera il compagno di squadra e vince il titolo. Franco Bitossi arriva secondo. Bitossi crollò dopo questo arrivo drammatico, tra lacrime e crisi di nervi, e l’Italia davanti alla Tv rimase a bocca aperta.
Mio nonno si arrabbiò tantissimo davanti al televisore in bianco e nero in salotto nella nostra vecchia casa a ì Terreni. Io avevo pochi mesi e forse piangevo anche io. Ma nessuno a Montelupo scordò mai quel nome e quella giornata.
Ecco che emozioni può generare il ciclismo!
Ecco perché spero che tanta gente corra a tifare uno sport bellissimo che per sette giorni sarà al centro del mondo proprio nella nostra terra.

Colonna Sonora:
Sotto questo sole di Baccini e Ladri di Biciclette


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3 responses

22 09 2013
micmonta

Forza Franco…

22 09 2013
Valerio Rossi

Mi ricordo bene quel giorno. Per me, senza campanilismo da “montelupino verace”, Bitossi – Basso o non Basso- quel giorno fu il Campione del Mondo!

27 09 2013
ksg80

via Roma, Corso Garibaldi, Viale Umberto I. Che palle, ma chi sono questi sconosciuti? Perché non si cambiano i nomi delle vie con i personaggi che hanno fatto la storia del ns paese? Buti, Corradini, Bitossi…

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