San Vito in Fior di Selva [ovvero Da dove vengono le uova?]

20 11 2013

Per me San Vito è Rocco Guglielmi.
Rocco è un mio ex compagno di Scuola delle Scuole Medie.
Eravamo nella sezione B. Un anno siamo stati compagni di banco. In fondo, ultima fila, eravamo sempre a darci noia.
Frizzini, collini, biscotti, si ruzzava! Me lo ricordo che aveva paccate di figurine vinte giocando con gli altri compagni di classe.
Rocco non stava fermo un attimo in classe. Non riuscivi a tenerlo nella stessa posizione per più di trenta secondi e io non capivo perché.
In questi giorni l’ho cercato perché non riuscivo a passare da San Vito senza non pensare a lui.
L’ho raggiunto telefonicamente, ora abita a Prato ma trovarlo al telefono è stato bello.
Lui ha vissuto a San Vito dal 1972 al 1995.
Suo padre lavorava per una casa della Tenuta di San Vito che quando era piccolo era solo una Azienda Agricola e gli era stata concessa in cambio del lavoro una casa. Una casa che dietro aveva il bosco e davanti una vigna. Una casa che oggi è diventata un appartamento per turisti. E Rocco era là quando cominciarono a costruire la piscina, cominciarono i lavori di ristrutturazione e arrivarono i primi tedeschi. Uno dei primi agriturismi della zona.
Qua appartiene un po’ tutto alla Famiglia Drighi e Rocco viveva libero in questo piccolo regno sulle colline sopra Camaioni.
Camaioni aveva ed ha uno stretto rapporto con San Vito: quassù c’è il cimitero dove sono sepolti molte persone di Camaioni, quassù una volta all’anno viene fatta una festa, il 15 giugno, che è la festa di San Vito appunto.
E San Vito era ed è legata a Camaioni: la Tenuta ha sempre avuto bisogno della manodopera di tanti abitanti di Camaioni e a Comunione si andava a Camaioni a seguire il catechismo. Come Rocco.
Che ci andava a piedi. Come me. Ma se io l’ho fatto per sfizio lui lo faceva quasi tutti i giorni.
E si divertiva come un pazzo. Passava in mezzo ai sentieri, alle scorciatoie, in mezzo ai ruscelli, gli alberi.
Nel bosco insieme ad altri bambini scopriva le grotte dove si erano nascosti i partigiani, o nei campi trovava le fortificazioni da dove i mortai bombardavano Capraia. Giocava nel laghetto insieme a Neri Gazzulli, o sempre con il suo amico cavalcava a pelo di cavallo.
Nel 1985 quando arrivo la grande nevicata San Vito rimase isolata 15 giorni: sotto un metro e mezzo di neve pensate che Rocco potesse starsene fermo? Via con gli slittini fatte con le camere d’aria.
Poi arrivarono i motorini e allora via in motorino. Spesso sconfinava a Malmantile dove forse aveva più amici che a Montelupo.
Ma a San Vito e al suo bosco tornava sempre volentieri.
Per lui era un mondo magico. Che un po’ rimpiange oggi, che ha due bimbi piccoli: gli piacerebbe farli crescere lassù.
Ma lo sai Simone, mi racconta, che a scuola da mio figlio le maestre hanno chiesto: Da dove vengono le uova?
E uno ha risposto dal Supermercato! Non è trovi che sia triste Simone.
Si Rocco, trovo che sia triste e ora, a distanza di tanti anni capisco a cosa era dovuta la tua irrequietezza.
Quando uno è abituato alla libertà è difficile rinunciarci.

Colonna Sonora: Free Bird dei Lynyrd Skynyrd